AMBIENTE  Quale futuro ?

 

Oggi l’umanità è impegnata in una battaglia contro un nemico invisibile, molto pericoloso e insidioso : L’ANIDRIDE CARBONICA (CO2  ) . Un gas presente naturalmente nell’atmosfera solo in tracce ma che, negli ultimi anni, è aumentata del 50%.

Da dove proviene?  Dalle industrie e dal nostro benessere moderno.

Le piante recuperano circa il 50% di questo gas, ma cosa sta succedendo alle foreste del mondo?

Nell'ultimo anno sono stati distrutti almeno 1,7 milioni di acri di foreste.

Se si è arrivati a tanto, in parte, è a causa dei paesi economicamente più ricchi ben lontani geograficamente dalle foreste più devastate del Pianeta.

Un articolo di NATURE ECOLOGY &EVOLUTION mostra le relazioni del commercio internazionale dei paesi ricchi (in particolare di quelli del G7) con la deforestazione soprattutto della foresta Amazzonica.

Le nostre costanti richieste di alcune materie prime quali: legnami, soia, gomma , frutta e noci del Guatemala, vaniglia , manzo del Brasile ……incrementano  la deforestazione. Con la tecnica del “SLASH END BURU” taglia e brucia si procede, ettaro dopo ettaro, a eliminare la foresta per lasciare il posto alle coltivazioni e allevamenti.

LE PRINCIPALI ECONOMIE HANNO DIVERSI EFFETTI GEOGRAFICI SULLA DEFORESTAZIONE

 IN BASE ALLA MERCE CHE CONSUMANO

In casa nostra preserviamo gli alberi, annunciamo piani green ma per la richiesta di materie prime accresciamo la deforestazione altrove. Solo l’anno scorso la distruzione della foresta tropicale è aumentata del 12%.

Incentiviamo i paesi più poveri alla produzione di materie prime, all’export di prodotti commerciali che riteniamo indispensabili per la nostra alimentazione e benessere.

OGNI CITTADINO DI UN PAESE DEL G7 CAUSA UNA PERDITA DI 4 ALBERI NEL MONDO

 In Brasile il presidente Bolsonaro al vertice sul clima, nell’aprile scorso, ha condiviso le preoccupazioni del mondo sul destino della grande foresta. Alla richiesta della riduzione del disboscamento del 30 -40% ha chiesto contributi economici, ma non è stato creduto dai potenti del mondo perché contemporaneamente ha ridotto il bilancio del Ministero dell’ambiente, tagliato il personale degli enti preposti al controllo della conservazione dell’Amazzonia e fatto approvare un disegno di legge per l’occupazione dei terreni pubblici disboscati assegnati ai grandi allevatori e produttori di soia.

La ricetta per una sostenibilità reale e globale deve passare per un cambiamento della vita di ognuno di noi.

Le politiche che mirano a preservare le foreste devono anche  alleviare la povertà.